Festival Culturale Macchiato: artista lituana Ugnė Gelgotaite esplora il tema della condivisione

In una città come Venezia, dove ogni giorno migliaia di sguardi si intersecano e dove lo scorcio, il ponte, il palazzo si riducono a mero sfondo di una foto, è facile scordare che qui, la gente, vive davvero. Ma basta voltare la calle e sedere al tavolo del primo bar sgangherato per scoprire che dietro mandrie frenetiche di turisti, fastosi hotel e vetrine luccicanti esiste un universo lento, pronto a schiudersi verso chiunque sia disposto a fermarsi per due chiacchiere davanti a un caffè.
Comunicato Stampa
L’Associazione Culturale Spiazzi in collaborazione con Collettivo Macchiato è lieta di invitarvi al Festival Culturale Macchiato, un momento di aggregazione e condivisione in cui arte, musica e parola concorrono a rinsaldare l’antico legame tra la città e l’umano. Attraverso le installazioni permanenti di fotografi, scultori e pittori, nonché un ricco calendario di eventi, per otto giorni il festival si propone di risvegliare la laguna dal torpore invernale, offrendo un ambiente libero in cui conoscere e farsi conoscere.
Da ormai due anni il fotografo saviglianese Alfredo Martorelli, trasferitosi a Venezia nel 2020, quasi ogni mattina imbraccia la sua Rolleiflex e si apposta alle soglie di un iconico caffè in Campo Santa Margherita, crocevia di anime e porto sicuro per studenti perdigiorno. Qui, tra una chiacchiera e l’altra, colleziona volti di amici, avventori seriali, artisti, intellettuali, turisti, romantici bohémien e ogni altra forma di vita lagunare, componendo un mosaico vibrante in grado di restituire il coefficiente umano della Venezia fuori dalla cartolina.
Proprio davanti a innumerevoli caffè tra amici in Martorelli germoglia l’idea di ampliare il progetto e dar vita al Festival Culturale Macchiato, una grande festa che celebri, attraverso arte, musica e parola, il rituale dell’incontro: zona liminale tra il noto e l’ignoto, dove un volto sconosciuto può diventare amico e da cui si esce immancabilmente mutati.
Così, dal 7 al 15 febbraio, gli ambienti dell’Associazione Culturale Spiazzi si trasformano in affollati saloni da bar pronti ad accogliere la più variegata fauna locale con i progetti di sette giovani artisti il cui percorso è stato influenzato dalla vita lagunare. Non mancheranno poi momenti di svago e convivialità, tra cui un’intera giornata dedicata alla poesia, workshop di sartoria e fotografia, coinvolgenti performance musicali che spaziano dalla classica all’elettronica, pièce teatrali inedite e molto altro.
Oltre alla serie di Alfredo Martorelli, intitolata Caffèmacchiato, saranno presenti in mostra alcune opere inedite di Leone Solia, artista e performer autore di mirabolanti collage dove icone della classicità, madonne, celebrità e dive del porno si incontrano nello spazio metafisico della tela, riproducendo il brulichio visivo della cultura di massa.
A immortalare un altro volto della società odierna è Pietro Vettore che, con il progetto Incontri/Scontri, da dieci anni esplora il paradosso delle manifestazioni come luoghi di scontro e, al contempo, di coesione. Sfruttando taglienti contrasti di bianco e nero, attraverso questi scatti rubati il fotografo racconta il fervore collettivo di chi si unisce per dare voce ai propri ideali.
Talvolta, basta un solo gesto significativo per fare rumore: ne è dimostrazione Don’t Bite The Hand That Feeds You, scultura antropomorfa realizzata dall’artista londinese Daniel Whitehead f inita al centro delle cronache locali nel mese di dicembre poiché capace di riflettere con ironia sui complessi meccanismi del turismo di massa.
Poco più in là, ecco il Bar Miracoli del pittore molisano Nonno Burro, un luogo utopico, sospeso nel tempo e pregno di languida nostalgia. Attraverso un segno pittorico che rievoca l’estetica pop e a tratti grottesca di un’Italia ormai dimenticata, l’artista riflette sulla cultura collettiva, evocando fugaci momenti di spensieratezza e condivisione.
Anche Ugnė Gelgotaite, con Mi relaziono perché sei diverso, esplora il tema della condivisione, traducendo in immagini il concetto di trasformazione reciproca che avviene attraverso l’incontro. I suoi trittici, ispirati ai graffiti, raccontano come la mescolanza generi nuove identità, rimandando alla riflessione di Claude Lévi-Strauss sull’importanza della diversità come essenza della vita.
Quale incontro è più fecondo di quello con se stessi? Chiude la rassegna la serie fotografica di Angela Benedetti, che, con Dall’ombra, trasforma l’obiettivo in un “occhio altro”, attraverso cui incontrare e scoprire il proprio io. Qui, spogliato di ogni costrutto, il corpo nudo emerge dalle ombre catalizzando profonde risonanze tra il sé e l’ambiente circostante.
Ad incontrarsi, nelle sale di Spiazzi, non saranno unicamente le visioni creative di questi sette artisti. Prendendo spunto dall’antica tradizione espositiva della quadreria seicentesca, la proposta curatoriale ne recupera l’estetica per traghettarla nel presente attraverso il Muro ondoso: una parete libera dove pittori, scultori, fotografi, illustratori, collezionisti e galleristi sono invitati a collocare una loro opera senza vincoli tematici o concettuali. Non scelti direttamente, dunque, ma fluiti in mostra tramite incontri casuali, questi lavori danno vita a un caleidoscopico collage che, proprio grazie all’unione e alla mescolanza, diviene opera a sua volta.
Nelle parole del curatore: «sono affascinato dal permanente fluire di individui che casualmente si ritrovano seduti al bar gli uni accanto agli altri, a volte guardandosi, capendosi, connettendosi, oppure ignorandosi completamente. Il Muro ondoso vuole dunque incarnare il corrispettivo formale della situazione antropologica del classico caffè veneziano, ricreando la casualità stocastica delle persone accomodate al tavolino, ma in forma di opere d’arte».
Attraverso il Festival Culturale Macchiato, i curatori invitano la città a riscoprire la dimensione comunitaria dell’arte, sottolineandone il ruolo centrale nel costruire ponti tra differenze culturali e personali. L’incontro, inteso non solo come esperienza fisica ma anche come scambio simbolico, diventa così il filo conduttore che attraversa e lega le opere in mostra, offrendo al pubblico una riflessione sull’importanza della condivisione come fondamento dell’umanità.
Associazione Culturale Spiazzi
Spiazzi nasce a Venezia nel 2003 e da allora opera grazie ad una modalità che alterna la presenza di mostre istituzionali durante la Biennale e un’attività propria durante i mesi invernali. Questa formula ha consentito di entrare in contatto con numerosi artisti, curatori e architetti di fama mondiale, mantenendo al contempo un forte legame con la città, con i suoi giovani artisti, artigiani e creativi. Una vocazione di Spiazzi è quella di privilegiare l’azione manuale, mescolando dimensioni espressive diverse unite dallo stesso metodo di ricerca e confronto. Di fatto, convivialità e comunità sono due obiettivi fondamentali per l’associazione: non una galleria, non uno studio, ma un officina culturale in cui coltivare un senso di collettivitò, a dimostrazione che Venezia è ancora una città viva, capace di produrre valore umano.
Collettivo Macchiato
Fondato nel 2024 da Alfredo Martorelli e Adele Spinelli, Macchiato nasce con l’intento di restituire linfa vitale alla città di Venezia costruendo una rete virtuosa di individui accomunati dal desiderio di intessere relazioni autentiche. Attraverso iniziative che mescolano arte, musica, convivialità e dialogo, i fondatori promuovono la condivisione come antidoto all’alienazione moderna, nonché come fondamento di una comunità attiva e consapevole. Seguendo l’eredità della dérive situazionista, il collettivo incoraggia la riscoperta spontanea e personale degli spazi lagunari, invitando le persone a rompere la monotonia delle apparenze per favorire il dialogo e l’interazione trasversale. Centrale, per il progetto, è il contatto con gli artisti emergenti e con le realtà periferiche, spesso poco considerate poiché fuori dai circuiti istituzionali, nonché con la città stessa e i suoi abitanti.