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Francesco M. Cataluccio sta scrivendo un libro sulla Lituania: “La Lituania è un paese cosmopolita, ma allo stesso tempo fortemente radicato nel proprio territorio”

Nel 2022, gli scaffali delle librerie italiane saranno arricchiti da un libro esclusivo sulla Lituania, che verrà pubblicato da Humboldt Books. La Lituania e la sua cultura saranno presentati dal punto di vista di uno straniero, attraverso gli occhi dello scrittore e critico letterario Francesco Matteo Cataluccio, con l’aiuto di tre eminenti personalità lituane, conosciute non solo nel paese natale, ma anche all’estero: il poeta e regista Jonas Mekas, l’antropologa e archeologa Marija Gimbutienė, lo scrittore e poeta Czesław Miłosz. L’autore del libro di prossima uscita ha visitato la Lituania nell’ottobre scorso e ha raccolto il materiale per la pubblicazione. Lo scrittore Francesco M. Cataluccio e Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė, addetto culturale lituano in Italia, raccontano i particolari di come è nato questo progetto al portale di notizie ITLIETUVIAI.IT.

Kristina Janušaitė-Valleri
ITLIETUVIAI.IT

Il libro di prossima uscita: un viaggio culturale attraverso la Lituania

Nel 2022 in Italia verrà pubblicato un libro culturale sulla Lituania dal punto di vista di uno straniero, attraverso gli occhi dello scrittore e critico letterario italiano Francesco M. Cataluccio. Si tratta di un progetto congiunto dell’Ambasciata della Repubblica di Lituania in Italia, dell’Istituto di Cultura Lituana e della casa editrice Humboldt Books. 

L’autore del libro, F. M. Cataluccio, ha visitato la Lituania all’inizio di ottobre di quest’anno e ha raccolto il materiale per la prossima pubblicazione: ha incontrato il poeta e scrittore Tomas Venclova, il critico letterario Mindaugas Kvietkauskas, il professore Vytautas Landsbergis e la storica dell’arte e della chiesa Irena Vaišvilaitė. Ha visitato i seguenti musei: il museo di arte moderna MO, quello dell’artista M. K. Čiurlionis e il museo dello scrittore T. Mann. La rappresentante dell’Istituto di Cultura Lituana, Rūta Valentaitė, ha accompagnato lo scrittore durante questo viaggio esclusivo.

“Il progetto è nato in collaborazione diretta con Humboldt Books, che aveva pubblicato il libro su Jonas Mekas di Francesco Urbani Ragazzi. Con la casa editrice l’anno scorso abbiamo organizzato un evento virtuale”, racconta l’addetto culturale L. Gabrielaitytė-Kazulėnienė sulle origini di questo progetto al portale di notizie ITLIETUVIAI.IT.

Secondo l’addetto culturale, la casa editrice pubblica determinati tipi di libri: guide di viaggio non standard, in cui l’autore cerca di trasmettere il paese prescelto attraverso il suo prisma culturale e artistico. Poiché Humboldt Books era alla ricerca di nuovi partner per progetti futuri, è stato deciso di preparare una pubblicazione sulla Lituania, presentando più ampiamente la sua cultura attraverso alcune eminenti personalità del paese, tra cui la figura del regista Jonas Mekas, già noto al pubblico italiano. Inoltre, l’anno prossimo si commemora il centenario della nascita di questo artista.

Non è la prima volta che ha vistato la Lituania

È interessante il fatto che prima sia nata l’idea di un libro e solo in seguito ne è stato cercato un autore adatto per la realizzazione. Dopo che l’editore ha inviato una lista di possibili candidati, è stato infine selezionato lo scrittore F. M. Cataluccio. La Lituania è già familiare a questo scrittore: nel libro “Vado a vedere se di là è meglio”, pubblicato nel 2010, sono stata menzionate Vilnius e alcune eminenti personalità lituane.

L’ultimo viaggio in Lituania era il quinto di F. M. Cataluccio in questo paese. Questa volta l’itinerario di viaggio è stato intenso e ricco: è andato da Vilnius verso la provincia di Biržai, dove lo scrittore ha visitato il Centro di Jonas e Adolfas Mekas, fino alla costa di Mar Baltico. Il programma è stato preparato dall’addetto culturale lituano in Italia L. Gabrielaitytė-Kazulėnienė e da R. Valentaitė, rappresentante dell’Istituto di Cultura Lituana.

Francesco M. Cataluccio, scrittore e critico letterario, che attualmente sta preparando intensamente la pubblicazione del libro, racconta al portale di notizie ITLIETUVIAI.IT la prima volta che ha conosciuto la Lituania e del suo ultimo viaggio culturale in questo paese che verrà descritto nel prossimo libro. Presenterà la Lituania come l’ha vista e attraverso i ricordi del poeta T. Venclova, del professore V. Landsbergis e delle altre persone incontrate.

Qual è stato il suo primo incontro o conoscenza della Lituania?

Il mio primo incontro con la Lituania è stato nel 1988 quando con un gruppo di studenti dall’università di Genova avevo fatto un ciclo di lezioni sull’Europa centrale e alla fine l’università ha organizzato un viaggio nei paesi baltici. Quando eravamo a Vilnius la traduttrice che ci accompagnava ci disse che se eravamo interessati, la sera ci sarebbe stato all’università un incontro sulla questione dell’Indipendenza lituana. Noi non sapevamo niente di tutto questo e andammo là. C’erano gli organizzatori di Sajudis, tra cui anche V. Landsbergis. Tornammo in Italia. Io scrissi un reportage per MicroMega sulla Primavera lituana, raccontando quello che avevo visto in quei giorni là. 

Invece, negli anni ’90 io mi occupavo di letteratura polacca, conoscevo il Premio Nobel Czesław Miłosz, che ha sempre detto che lui si considerava sia lituano che polacco. E lui una volta mi scrisse su un foglio i posti, che secondo lui, dovevo vedere in Lituania: quella parte ai confini con i Suvalki, dove lui era nato.

Quindi sono andato due volte dalla Polonia a vedere quella parte meridionale della Lituania. Allora ho capito molte cose anche della poesia di Miłosz, l’importanza della natura, soprattutto di questi boschi, di questi laghi. Miłosz una volta a Parigi mi disse che nei momenti più tristi nella sua vita lui pensava sempre a quel fiume, al lago, ai boschi. Questo lo aiutava moltissimo a sopportare l’esilio. 

Il libro non sarà una guida turistica della Lituania. È una sorta di viaggio, concentrato su tre persone. Il mio sguardo è lo sguardo di uno straniero, di una persona che viene da lontano e che non parla purtroppo lituano.

Poi, visitando Vilnius per alcuni giorni, tradussi il dialogo tra Miłosz e il poeta Venclova su questa città, dove c’è tutto un suo discorso molto importante sul barocco, come elemento di unione tra cultura polacca e lituana. 

Questa è la quinta volta che sono stato a Vilnius. Stavolta sono arrivato con un progetto non turistico di visita. Sono arrivato grazie all’Istituto di Cultura Lituana e sono rimasto una settimana. Abbiamo scelto il tempo migliore, in quanto l’autunno vero era appena cominciato, gli alberi erano gialli e rossi. Mi è tanto piaciuta Nida, dove non ero mai stato prima, mi è piaciuto il fatto, che non ci fossero i turisti. Quando ero là, sembrava di essere a Rimini d’inverno, tutto chiuso. Era molto affascinante questa atmosfera tranquilla, con pochissima gente, queste dune dove non c’era nessuno. 

Nel libro “Vado a vedere se di là è meglio” ha menzionato Vilnius e ha raccontato di alcune persone lituane, ad esempio l’artista Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, lo scrittore Czesław Miłosz, il professore Vytautas Landsbergis. Che luoghi e personalità eminenti saranno protagonisti del suo nuovo libro?

Il libro non sarà una guida turistica della Lituania. È una sorta di viaggio, concentrato su tre persone. Il mio sguardo è lo sguardo di uno straniero, di una persona che viene da lontano e che non parla purtroppo lituano. Ho voluto scegliere tre figure che essendo lituane, comunque in certo senso hanno riguardato la Lituania dall’esterno. Sono l’antropologa M. Gimbutienė, il film maker J. Mekas e il poeta C. Miłosz. Tutti e tre, per ragioni diverse, nel dopoguerra sono emigrati in America. E tutti e tre hanno sempre avuto questo legame fortissimo con la Lituania. 

È interessante che sia Mekas che Gimbutienė, ma non Miłosz, hanno voluto essere sepolti in Lituania. Questo legame forte con la terra, secondo me, è una delle caratteristiche della cultura lituana: forti radici con la propria terra, con boschi, fiumi, laghi.

Una delle cose più emozionanti del viaggio in Lituania è stato andare nel cimitero dove Mekas ha voluto essere sepolto: in un piccolo cimitero, molto bello, pieno di fiori in questa campagna immensa. Il paese dove Mekas è nato non c’è più, però è rimasto questo cimitero di campagna. È un posto veramente suggestivo.

È interessante che sia Mekas, che Gimbutienė, ma non Miłosz, hanno voluto essere sepolti in Lituania. Questo legame forte con la terra, secondo me, è una delle caratteristiche della cultura lituana: forti radici con la propria terra, con boschi, fiumi, laghi.

Com’è nato il progetto del libro che sta scrivendo sulla Lituania?

Il progetto è nato perché questa casa editrice di Milano, che si chiama Humboldt Books, pubblica dei reportage con una quindicina o ventina di fotografie affidati agli scrittori. In questo caso il problema è che il fotografo non c’era. Quindi non abbiamo del tutto deciso che forma avrà il libro. 

Ho visto quella parte della Lituania, che invece non è cambiata per niente, perché sono laghi e boschi. Quella parte lì è ferma nel tempo. Vilnius mi è sembrata una città molto dinamica, certo non è la Vilnius di cui parlano i poeti. È una città molto moderna.

Queste quindici o venti fotografie potrebbero essere delle fotografie di Mekas, visto che il prossimo anno sarà il centenario della nascita di questo artista. Invece, alcuni luoghi, ad esempio Kaunas, potrebbero essere accompagnati da un’immagine. Là ci sono stato per la seconda volta: Kaunas ha una identità architettonica abbastanza marcata, è una città che sembra veramente costruita negli anni ’20 o ’30 in stile razionalista. 

Quali impressioni ha ricavato dal suo ultimo e quinto viaggio in Lituania? Cosa è cambiato secondo Lei nel corso degli anni in Lituania?

Di città io avevo visto solo Vilnius e Kaunas. Ho visto quella parte della Lituania, che invece non è cambiata per niente, perché sono laghi e boschi. Quella parte lì è ferma nel tempo. Vilnius mi è sembrata una città molto dinamica, certo non è la Vilnius di cui parlano i poeti. È una città molto moderna. D’altronde, in una città così moderna gli edifici di stile neoclassico contrastano con i grattacieli modernissimi.

A Kaunas ho visitato il museo dell’artista M. K. Čiurlionis. Mi ha molto colpito nel sotterraneo del museo di Čiurlionis questa collezione straordinaria, che secondo me meriterebbe un museo a parte. Ci sono tutte le figure di legno legate al culto religioso, come il Cristo malinconico. È suggestivo vederle in un sotterraneo, dentro degli armadi con la rete come se fossero prigionieri che aspettano di essere liberati.

Poi siamo andati a Klaipeda, che mi è piaciuta molto. Forse una delle visite che mi ha più colpito è stata quella alla laguna curlandese, dove c’è l’osservatorio ornitologico, uno dei principali del mondo. Lì si fermano gli uccelli che dal Nord migrano verso il Sud. Vengono catturati con molta delicatezza dagli ornitologi e gli viene messo un piombino alla zampa per classificarli. 

Quali altri incontri ha avuto? Con che persone?

Ho incontrato Venclova con cui ci siamo conosciuti a Parigi. Abbiamo ricordato i nostri amici comuni, tra cui anche i poeti C. Miłosz e J. Brodskij.

Ho incontrato di nuovo V. Landsbergis, che ha raccontato di suo padre (un architetto) e Venclova, che ha raccontato del proprio. È interessante sapere che il padre di T. Venclova fece ricostruire la casa di Thomas Mann. Nel 1955 lui (Antanas Venclova, ndr) ha conosciuto Thomas Mann in un pranzo di scrittori a Vaimar, nella Germania orientale e Thomas Mann disse: “Io avevo una casa a Nida. Lì ho abitato solo due anni perché poi è venuto il nazismo e ho dovuto andare via.” E il padre di Venclova disse: “Va bene, la ricostruiamo, ci facciamo un museo”. 

Ho visitato una bellissima mostra, dedicata ai lavori di M. Gimbutienė, realizzata in modo eccellente, con i pezzi che lei ha trovato negli scavi in Bulgaria.

L‘ultima sera ho visitato un altro posto che mi ha colpito tanto. È stata organizzata un’escursione interessante nel vecchio ghetto ebraico di Vilnius. (Lo scrittore ha preso parte a un audio performance-viaggio “Glaistas”, iniziata presso il Centro di cultura e informazione ebraica e proseguita nel territorio del ghetto di Vilnius, ndr). 

Come potrebbe descrivere la cultura lituana?

La Lituania è un paese con tanti spazi vergini bellissimi, stretto tra due mondi: la Russia da una parte e la Polonia dall’altra, però ha una cultura molto vivace, molto interessante. È una cultura di paese di confine tra il mondo occidentale e il mondo orientale. Essendo circondati da paesi così grandi dà un certo senso di fragilità, anche questo secondo me nella cultura lituana si sente; la fragilità, l’instabilità.

È molto importante sottolineare il fatto che la Lituania è stato l’ultimo paese a diventare cristiano nel XIV secolo. Quindi questi elementi pagani hanno continuato a sopravvivere nel rapporto con il bosco, la campagna, i fiumi. Questo torna anche nella letteratura. È importante anche l’incrocio dei mondi diversi, delle religioni diverse: ebraica, ortodossa, cristiana, evangelica. Quindi è un paese cosmopolita sotto certi aspetti e nello stesso tempo, però, molto radicato nel proprio territorio. 

Ritorneranno i contesti lituani nelle sue future opere?

Io da tanto tempo volevo scrivere qualcosa sull’artista Čiurlionis. È un artista che mi ha sempre affascinato. C’è stata una grande mostra a Milano molti anni fa di Čiurlionis, ne rimasi molto colpito. Mi affascinò moltissimo questo suo modo di rappresentare, come univa la musica e la pittura; non a caso i suoi quadri si chiamano “Scherzo”, “Sonata”. C’è veramente dietro un’idea che la musica possa essere anche visuale. Mi piacerebbe scrivere un piccolo saggio su Čiurlionis. 

Il progetto di promozione e valorizzazione online degli eventi artistici e culturali lituani che si svolgono in Italia è finanziato da:

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