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Illustratrice lituana che crede nel potere dei disegni conquista la fiera del libro per ragazzi a Bologna

La fiera del libro per ragazzi di Bologna è considerata l’evento più importante dell’anno per tutti i creatori di libri per bambini e ragazzi ed un significativo trampolino di lancio che offre innumerevoli opportunità ai talenti emergenti. Rasa Jančiauskaitė, promettente illustratrice lituana, non è un volto nuovo nella fiera, l’ha frequentata in più occasioni e l’anno scorso ha svolto una missione importante: ha creato il tema grafico della fiera, rappresentando l’identità visuale dell’evento e ricevendo anche quest’anno nuovi apprezzamenti. Ha superato una severa selezione tra più di 3.000 aspiranti e si è qualificata tra i migliori illustratori che esporranno i loro lavori nella prestigiosa fiera. Il portale ITLIETUVIAI.IT ha intervistato la talentuosa artista per raccontare la magica professione dell’illustratrice e indagare sui segreti del suo successo duraturo, scoprendo inoltre come il linguaggio universale delle illustrazioni aiuti i piccoli lettori a conoscere il mondo e a stimolare il dialogo tra genitori e figli. L’intervista è stata realizzata prima della decisione degli organizzatori di aprire la fiera di Bologna in presenza; tuttavia, a giugno di quest’anno, ci si è dovuti spostare nuovamente sulla piattaforma virtuale a causa della pandemia.

Neringa Budrytė
ITLIETUVIAI.IT

Lei ha partecipato alla prestigiosa fiera del libro di Bologna più di una volta. L’incarico affidatole nel 2020 era significativo: creare il tema grafico della fiera. Invece quest’anno ha superato la dura selezione e si è conquistata il posto tra gli artisti chiamati ad esibire le loro creazioni nella fiera. Per un’illustratrice di libri per bambini è un traguardo notevole. Qual è il segreto del suo successo?

Penso che il successo vada di pari passo con il lavoro, però non uno a caso, ma quello che ami. Per me creare libri è molto interessante. Questa è una sfida grande, ma molto piacevole: raccontare le storie visive per mezzo di un libro. Creo i libri che mi coinvolgono personalmente, sono interessanti e mi riguardano da vicino. Il coinvolgimento nel tema del libro aiuta l’unicità del messaggio. Ogni volta che creo, percorro una strada diversa e desidero scoprire cose nuove. L’incognito ti invita a sperimentare.

L’esperienza della prima visita nella fiera è il mio ricordo più caro. Per una persona che s’interessa d’illustrazioni, è affascinata dall’autentico design grafico o semplicemente ama i libri, questo è un piccolo paradiso.

L’iter della realizzazione di un libro è un lungo lavoro di responsabilità e si divide in molteplici fasi. Spesso, per l’esiguo numero di pagine, il libro illustrato sembra una creazione di poco conto, ma per realizzarlo a volte ci vuole più di un anno. Quando i tempi sono così lunghi, hai il desiderio di divertirti e scoprire i lati buffi e spiritosi che rendono questo lavoro un’esperienza gioiosa della vita.

La partecipazione alla fiera del libro per ragazzi di Bologna per gli illustratori spesso è un trampolino per la carriera. Quali strade le ha aperto questo evento? Ricorda la sua prima partecipazione?

La prima volta ci sono venuta nel 2016. Allora studiavo in Italia, in una scuola di design grafico, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino. La prima visita alla fiera è il ricordo più caro per me. Se una persona s’interessa di illustrazioni, è attratta da un autentico design grafico o semplicemente ama i libri, questo è un paradiso in terra. Bologna stessa è una città stupenda e le ispirazioni ricevute durante la fiera ti accompagnano per tutto l’anno.

In una delle mostre nell’ambito della fiera sono state esposte le mie illustrazioni dal libro di Marius Marcinkevičius „Maži eilėraščiai mažiems” (“Le piccole poesie per i piccoli “). Sono state proprio queste ad aprirmi la strada per essere scelta a creare il tema grafico della fiera. Invece in Lituania nel 2020 per la fiera del libro di Vilnius ho creato il tema grafico della Sala dei giovani lettori.

Ora ricordo con tenerezza le mie divertenti passeggiate tra gli stand a sfogliare i libri, frequentare le mostre e a sognare di creare e pubblicare il mio libro. Ad oggi sono usciti già 3 miei libri illustrati: “Maži eilėraščiai mažiems”(“Le piccole poesie per i piccoli”),”Ypatingas” (“L’eccellente”), „Powiedz to w mig”(“Dillo con la lingua dei segni”).

Dopo la prima visita alla fiera di Bologna mi sono sentita incoraggiata. La varietà di arte che ho visto mi ha spronato a credere nelle mie soluzioni creative. Ho realizzato con grande passione la parte pratica della tesi per il corso di master, il libro concettuale delle illustrazioni “Summa”, con il quale mi sono aggiudicata il primo posto nel concorso delle illustrazioni, “Il festival del libro per bambini” a Sharja negli Emirati Arabi.

In una delle mostre nell’ambito della fiera sono state esposte le mie illustrazioni dal libro di Marius Marcinkevičius „Maži eilėraščiai mažiems” (“Le piccole poesie per i piccoli “). Sono state proprio queste ad aprirmi la strada per essere scelta a creare il tema grafico della fiera. Invece in Lituania nel 2020 per la fiera del libro di Vilnius ho creato il tema grafico della Sala dei giovani lettori.

Per me la più bella qualità dei bambini è la loro apertura verso il mondo e cerco di raggiungerla nelle mie creazioni.

Una volta conclusasi la fiera, la mostra degli illustratori ha iniziato una lunga tournée mondiale ed è stata esposta in quattro musei del Giappone, in Uruguay, nel centro d’arte di Seul in Corea del Sud, per poi concludersi in un museo di Pechino. Anche i cataloghi della fiera hanno la loro diffusione mondiale. Grazie a queste mostre e ai cataloghi mi è capitato di ricevere inviti per collaborare con un museo di Roma ed una casa editrice cinese. Ho già realizzato alcune creazioni, le altre sono in cantiere e tra poco vedranno la luce.

Quindi, posso dire con certezza che partecipare ai concorsi e alle mostre per creatori dell’illustrazioni conviene sempre, perché aumenta la visibilità e misura l’attualità in un contesto più ampio.

La fiera del libro per ragazzi di Bologna rivela le nuove tendenze: che tipo di libri usciranno prossimamente e quali temi e stili prevarranno?

La cosa che mi interessa più di tutte nella fiera è la mostra d’illustratori. Lì trovi una moltitudine di creazioni interessanti ed originali che fanno da catalizzatore, rivelandoti quale altro aspetto potrebbero avere i libri illustrati. Suggeriscono i mezzi d’espressione e la composizione da adottare. Inoltre la fiera mette in risalto le ultime tendenze nonché le cose già viste o che si ripetono, evitandoti di percorrere le strade già troppo battute.

Il messaggio principale della fiera è crearsi il proprio spazio interiore. La via per raggiungerlo è intricata e tortuosa e la segnaletica non è sempre chiara.

A volte, la consapevolezza di tendenze dominanti ti suggerisce di cambiare strada, trovare l’autenticità di espressione visiva. Io non seguo le mode, mi interessano più le sfide personali e le ricerche dell‘autentico linguaggio visivo.

L’anno scorso la fiera è stata rimandata a causa della pandemia. Con quale umore ci andrà quest’anno? Che messaggio vorrebbe trasmettere? (nota – l’intervista è stata realizzata prima della decisione di spostare la fiera di Bologna del 2021 sulla piattaforma virtuale)

Se la fiera e il mio viaggio a Bologna si realizzassero, sarei contentissima. Però le cose sono ancora in definizione. Le illustrazioni dal mio libro “Namai” (“La casa”), che sono state scelte per la fiera del 2021, raccontano la storia di una chiocciola che per trovare la sua casa ne prova tante altre di vari animali.

È un viaggio verso sé stessi, che aiuta a costruire solide basi di valori e a mantenere la consapevolezza dei propri limiti. Il messaggio principale, che rimarrà nella fiera è crearsi il proprio spazio interiore, anche se la via per raggiungerlo è intricata e tortuosa e la segnaletica non è sempre chiara.

Direi che la professione di illustratrice per i libri di bambini è magica. Aiuta i ragazzi a scoprire e conoscere il mondo che li circonda, specialmente per quelli che ancora non sanno leggere. Qui non basta essere soltanto una disegnatrice di talento, bisogna comprendere la psicologia dei bambini. Può raccontarci come nascono i libri?

Le illustrazioni nascono da osservazioni, autoriflessioni e da una moltitudine di disegni. Il disegno preparatorio è la parte più importante e più piacevole della creazione di un libro. Proprio in quel momento mi sento più vicina alla psicologia del bambino: osservo l’ambiente, sperimento e gioco con i mezzi d’espressione. Così come durante la crescita del bambino si accettano le sue cadute, anche il disegno inizialmente è libero e non impegnativo. Sono tutte condizioni favorevoli per le illuminazioni che arrivano dal subconscio e che si uniscono in improvvise combinazioni visive.

Quando creo, cerco di attenermi all’immediatezza e genuinità dell’immagine iniziale. Per me la più bella qualità dei bambini è la loro apertura verso il mondo e cerco di raggiungerla nelle mie creazioni.

In realtà, questo mestiere ha tanti aspetti. La parte creativa può sembrare fiabesca, ma in realtà realizzare un libro è un lavoro serio ed impegnativo, che necessita di una preparazione adeguata e una passione sincera. Gli autori devono districarsi da soli nelle faccende amministrative e contabili, cose che oggi fanno parte del lavoro freelance. È meno fiabesco, ma per ora è inevitabile.

Qual è la cosa più importante, quando si vuole creare un libro che i bambini leggano affascinati? Quando disegna, immagina le reazioni dei bambini di fronte al suo disegno?

Il processo creativo si basa sugli esperimenti. Se la sensazione della libertà viene mantenuta, essa coinvolge sia il bambino che l’adulto. Io vedo un libro come un pretesto per la conversazione, il dialogo con il bimbo. I libri creativi, che usano il linguaggio autentico d’espressione, invitano a porsi le domande, a pensare. Il tempo libero con un libro illustrato lo vedo come un incontro tra un bambino e un adulto, siano essi i genitori o educatori. Loro possono solamente leggerli, oppure intavolare una discussione con il bambino: chiedergli cosa vede nelle illustrazioni, cosa ne pensa, cosa rappresentano secondo lui, come le farebbe lui… In questo modo un momento dedicato alla lettura può trasformarsi in una serata di disegno e di sogni… Meno si ricorre alla didattica ed all’unicità di pensiero, più la riflessione diventa improvvisata e gioiosa.

Il linguaggio delle illustrazioni è universale, non importa in che lingua si esprime il bambino. Questa domanda gliela faccio comunque: cos’è più importante, il testo o le immagini?

Ogni dettaglio del libro ha il suo peso: l’impaginazione, il design, il tipo di carta, le dimensioni, il numero di pagine, la qualità di stampa. Nei libri illustrati il testo e le immagini hanno lo stesso valore, sono complementari.

Quale libro la affascinava maggiormente quando era bambina? O che magari l’ha ispirata a creare delle illustrazioni sue?

Durante l’infanzia i libri erano un mezzo per conoscere il lato teatrale e carismatico dei miei genitori. La sera loro mi leggevano i libri ad alta voce e mi si accendeva l’immaginazione. Era bello conoscere il lato creativo dei miei genitori, la loro capacità di immedesimarsi nei personaggi. Non c’è un libro in particolare che con le sue illustrazioni mi ha spronato a scegliere la via creativa. Probabilmente questo è dipeso dalla mia fervente immaginazione, oppure i libri della mia infanzia non erano visivamente attraenti.

Se i genitori leggono ai figli, diventano ponti tra i libri e i loro bambini. Soprattutto se i genitori sono capaci di interagire con il bambino su cosa pensa delle illustrazioni del libro, se chiedono cosa e come le vede, cosa sente vedendo quelle immagini, è già un buon inizio.

Ho cominciato ad interessarmi d’illustrazioni durante gli studi di design grafico al VDA. All’epoca mi interessava il lavoro di illustratori sia lituani che stranieri, oltre agli eventi dedicati a loro ed alla loro arte. La curiosità e la conoscenza crescevano di pari passo.

Può dare qualche spunto per i genitori su come si dovrebbero scegliere i libri?

Conta la ritualità delle relazioni. Se i genitori leggono ai figli, diventano ponti tra i libri ed i loro bambini. Soprattutto se i genitori sono capaci di interagire con il loro bambino, gli domandano cosa pensa delle illustrazioni del libro, se chiedono cosa e come vede lui quelle immagini, cosa sente, è già un buon inizio. Inoltre è molto importante condividere le proprie sensazioni.

Ci sono libri che insegnano, guidano, aiutano ad educare ed impegnarsi, e poi ci sono quelli che invitano a sognare, riflettere e parlare. Mi stanno più a cuore quest’ultimi.

Tradotto dal lituano da Rūta Abaravičiūtė

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