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Maria Gimbutas: La Lituania e la mia l‘infanzia sono state sempre per me l‘acqua della vita

“Non propongo di resuscitare i tempi remoti, ma di studiarli e trarne tutto ciò che c‘è di meglio per trasferirlo nell‘oggi. Abbiamo bisogno di un legame con la terra, le piante e gli animali ed è questa la cultura dell‘Europa ancestrale” diceva Maria Gimbutas. Nei difficili tempi pandemici le parole della studiosa acquistano significato e forza maggiori, poiché per un anno intero abbiamo cercato un rifugio e tranquillità interiore nella natura. Quest‘anno celebriamo il centenario della nascita della ricercatrice, che è inserito anche nella lista delle date commemorative dell‘ UNESCO. Anche il parlamento della Repubblica Lituana ha dichiarato l‘anno 2021 dedicato a Maria Gimbutas; per questo vale ricordare (o forse scoprire), com‘era la vita di questa donna eccezionale.

Dalia Smagurauskaitė
ITLIETUVIAI.IT

Il 23 gennaio del 1921 a Vilnius, nella casa in via Jogailos, a Veronika Janulaitytė-Alseikienė e Danielius Alseika è nata una figlia, alla quale hanno dato il nome Birute Marija. Danielius Alseika era originario della regione Žemaitija, medico di professione, ricercatore della storia della Lituania, ha partecipato al movimento della Rinascita Nazionale, era un membro dell‘ Grande Seimas di Vilnius e membro del Consiglio della Lituania, era impegnato nella difesa della lituanità etc.

Veronika Janulaitytė- Alseikienė era originaria della regione di Aukštaitija, nella sua famiglia già c‘erano alcuni difensori della cultura lituana (sua madre fu la prima donna scienziata lituana a discutere una dissertazione universitaria nell’Europa Occidentale, nel 1908 al Università di Berlino ricevuto il grado di dottorato di ricerca; in Lituania ha lavorato come oculista; la sorella della madre  Julija, medico e attivista politico, ha sposato Jonas Biliūnas).

I suoi genitori, anche se erano persone acculturate, chissà se avrebbe potuto immaginare che la figlia sarebbe stata reputata tra i più influenti archeologi al mondo, e che avrebbe applicato nella sua ricerca discipline che i suoi colleghi non avrebbero neanche mai pensato di usare: linguistica, etnologia e scienze religiose. Il risultato venne denominato archeomitologia ed ha ricevuto non solo il riconoscimento internazionale ma anche tanta critiche. Ma per arrivare a quel momento sarebbe dovuto passare tanto tempo, e nella vita di Maria dovevano ancora accadere tanti altri eventi.

Nelle fonti e nei vari testi possiamo leggere che Maria già da piccola era molto curiosa e abile: ancora prima di andare a scuola sapeva già leggere e all‘età di otto anni frequentava il ginnasio. La bimba abitava a Vilnius e a casa spesso vedeva le celebrità della cultura di quei tempi, a volte anche Vydūnas, Vaižgantas e Basanavičius stesso. Era molto vicina alla zia Julija e a sua figlia Meilė (conosciuta come Meilė Lukšienė, dottoressa abilitata delle scienze sociali, ricercatrice della letteratura lituana). Tutte le estati si recava nella villetta fuori città a Jeruzalė.

I suoi genitori, anche se erano persone acculturate, chissà se avrebbe potuto immaginare che la figlia sarebbe stata reputata tra i più influenti archeologi al mondo, e che avrebbe applicato nella sua ricerca discipline che i suoi colleghi non avrebbero neanche mai pensato di usare: linguistica, etnologia e scienze religiose.

All’età di dieci anni Maria e la madre si trasferirono a Kaunas, mentre il padre rimase in una Vilnius occupata dai polacchi. FLei frequentava il ginnasio femminile “Aušra” e imparava a suonare il pianoforte da Jadvyga Čiurlionytė, la sorella di Mikalojus Konstantinas Čiurlionis. Era attratta dalle attività degli Scout.

Qualche anno dopo suo padre morì all’improvviso. In seguito Maria Gimbutas affermerà che la perdita del padre ha inciso sulla sua scelta di diventare archeologa: le prime ricerche erano legate ai i riti ancestrali della sepoltura, studi sulla morte. Come diceva la studiosa stessa, a lei premeva capire cosa succede dopo la morte.

Per i suoi studi ha scelto l‘Università di Vytautas Didysis. Alla facoltà delle scienze umanistiche ha cominciato studiare lingua e letteratura lituana, etnologia ed etnografia. Quando la Lituania ha ripreso Vilnius, Maria è tornata lì a studiare archeologia con il famoso professore Jonas Puizinas.

Nel 1941 ha sposato un nobile della regione di Žemaitija, l’architetto e attivista della stampa lituana Jurgis Gimbutas, il quale insegnava all‘Università di Vytautas Didysis a Kaunas. Hanno avuto due figlie una dietro l‘altra, la prima Danutė, la seconda Živilė. Durante la Seconda Guerra Mondiale, scappando dalla armata Sovietica, Maria e Jurgis sono partiti per la Germania, verso la città di Tubinga.

Mentre suo marito insegnava tecniche edilizie al UNRRA e otteneva il dottorato di ricerca all‘Università di Stoccarda, Maria si laureava all’Università di Tubinga e nel 1946 ricevette il dottorato in scienze filosofiche.

Nel 1949 le circostanze hanno portato la famiglia negli Stati Uniti, a Boston. L‘inizio in un Paese straniero di un altro continente non era facile: alla dottoressa di ricerca è toccato intraprendere il mestiere di sarta e fare le pulizie negli alberghi. Alla fine è stata assunta all‘Università di Harvard e al museo, dove faceva traduzioni di articoli scientifici in lingua inglese. Nacque poi la terza figlia, Rasa Julija. Lo sbocco della carriera scientifica avvenne nell‘anno 1956, quando uscì il suo libro in lingua inglese sulla preistoria dell‘Europa dell’Est, e poi, qualche anno dopo l‘opera scientifica sul simbolismo nell‘arte popolare lituana.

Nel 1956 Maria Gimbutas ha formulato ipotesi dei curgani, con la quale ambiva a spiegare la provenienza degli indoeuropei. Secondo questa ipotesi, nella steppa di Ponto (un vastissimo territorio che si estende fra Ucraina, Russia e Kazakistan) abitavano i curgani, popolo nomade di cacciatori che parlavano la lingua pro indoeuropea. All’inizio del III sec. A.C essi si sono espansi in tutta la steppa del Ponto e la Europa dell’Est.

L‘inizio in un Paese straniero di un altro continente non era facile: alla dottoressa di ricerca è toccato intraprendere il mestiere di sarta e fare le pulizie negli alberghi.

La studiosa ha anche creato il concetto sull’Europa Ancestrale (7000 -3500 a. A.C) popolata da una società pacifica matriarcale, che venerava la Dea Madre, personificazione della Terra e della natura. Per questa società erano importanti l‘arte e i valori non materiali, la valorizzazione della vita umana e il ruolo della donna non era represso. La caduta di questa società fu dovuta ai popoli indoeuropei, con l‘ invasione dei curgani.

Tale ipotesi venne accolta con scetticismo, ma ora si afferma che essa è confermata dalla ricerca genetica. Nonostante le critiche, la ricercatrice continuava i suoi studi non solo sulla cultura della Europa Ancestrale, ma anche su quella baltica. Ha cominciato di insegnare nelle Università di Stanford e Harvard, e ha presentato il mondo antico dei baltici all’Occidente nel suo libro “I Baltici”. I suoi libri in lingua inglese vengono letti non solo in America ma anche in Lituania: qui essi erano tradotti e introdotti clandestinamente.

Nel 1963 Maria Gimbutas con le figlie si è trasferita a Los Angeles e ha cominciato a lavorare all‘Università della California, dove è diventata professoressa ed ha ottenuto la fama mondiale. Le sue lezioni all‘Università erano frequentate non solo dagli studenti ma anche da attori, politici, giornalisti e attivisti sociali.

Non solo lituani acculturati, ma anche i movimenti sociali e politici di tutto il mondo (movimenti ecologisti e femministi) si basavano sulle idee di Maria Gimbutas. Tra 1967 e il 1980 ha iniziato le ricerche archeologiche sul campo in Grecia, Italia e paesi Balcanici. Nel 1968 il quotidiano “Los Angeles Times” ha nominato Maria Gimbutas “Donna dell‘Anno”.

Nel 1991 Maria Gimbutas fu eletta come membro estero della Accademia delle Scienze della Lituania e membro d‘onore dell‘ associazione degli archeologi della Lituania. Un anno prima della morte ricevette il premio prestigioso Anisfield-Wolf (premio che si assegna per delle ricerche importanti nell’ambito della cultura mondiale) per il suo libro “la Civiltà della Dea: il mondo dell‘Europa ancestrale”.

A Maria Gimbutas sono stati intitolati dottorati d‘onore dell‘Università di Vytautas Didysis, National University of  Ireland e California Institute of Integral Studies.

D‘estate del 1993 ha visitato la Lituania per l‘ultima volta. Maria Gimbutas è morta nel 1994 a Los Angeles all‘età di 73 anni, sepolta nel cimitero Pietrašiūnai a Kaunas. Suo marito Jurgis Gimbutas è trapassato nell’anno 2001 ed è sepolto in Arlington, vicino a Boston.

Maria Gimbutas ha sempre incitato i lituani a non tagliare il legame con la terra natale, con la memoria del popolo, a non dimenticare le proprie radici e comprendere la forza della propria cultura. Per tutta la vita è stata per i suoi amici un esempio reale di come grazie alla volontà e all‘impegno si può raggiungere molto.

Grazie all‘attività di Vytautas Alseika, fratello di Maria Gimbutas, nel 1994 viene istituita la fondazione in memoria di Maria Gimbutas presso la biblioteca dell‘Accademia delle Scienze della Lituania nel Dipartimento delle stampe rare, nella quale è raccolto quasi tutto il suo patrimonio scientifico. Nel 1993 il regista Algirdas Tautvydas ha realizzato un film documentario-ritratto su Maria Gimbutas. Nel 2003 la regista Donna Read insieme all‘attivista e autore del neopaganesimo Starhawk hanno realizzato un documentario sulla vita e l‘attività di Maria Gimbutas “Signs Out of Time: The Story of Archeologist Maria Gimbutas”.

Maria Gimbutas ha sempre incitato i lituani a non tagliare il legame con la terra natale, con la memoria del popolo, a non dimenticare le proprie radici e comprendere la forza della propria cultura. Per tutta la vita è stata per i suoi amici un esempio reale di come grazie alla volontà e all‘impegno si può raggiungere molto. La sua dedizione e i suoi tempi di lavoro erano stupefacenti.

Anche se malata ha scritto i suoi ultimi tre libri, lavorando dodici ore al giorno senza lamentarsi.  Impressionava sempre con la sua energia e capacità di celebrare la vita in ogni circostanza.

Anche se negli anni di attività si è scontrata con il disaccordo, non ha mai smesso di insistere nel trattare la storia e le civiltà diversamente: non tramite il punto di vista delle guerre del XX secolo, secondo cui la società civile è frutto di vicende bellicose, ma tramite la creatività artistica e i valori immateriali.

Secondo la studiosa, un focus solo sul progresso tecnologico non poteva garantire un futuro rassicurante. Forse non è un caso che Joseph Campbell, famosissimo ricercatore americano specialista di mitologia comparativa e studi religiosi comparativi e l’antropologo Ashley Montagu abbiano paragonato il contributo dato dagli studi di Maria Gimbutas nelle ricerche delle scienze storiche con la scoperta della stele di Rosetta per la decifrazione dei geroglifici Egizi.

C’è anche altro; Maria Gimbutas non ha mai dimenticato la cultura lituana: non solo diffondeva la conoscenza sui baltici, ma si prendeva cura anche delle scuole lituaniste e l‘insegnamento della lingua lituana nelle università degli Stati Uniti, organizzava le mostre degli artisti lituani, tutelava scrittori lituani etc. Quando il regime Sovietico è diventato più flessibile ed è apparsa la possibilità di recarsi in Lituania, cosi ha fatto. Qui teneva lezioni e incentivava l‘interesse per l‘antica cultura baltica, le tradizioni del popolo e la saggezza dei miti.

In copertina: Maria Gimbutas nel giardino della sua casa. Topanga, 1964. La biblioteca di Vrublevskiai dell‘Accademia delle Scienze della Lituania, RS F339-73, 3.

Straipsnis publikuotas, įgyvendinant Italijos lietuvių bendruomenės projektą „Maros rijos“, skirtą prof. Marijos Gimbutienės 100-mečiui. Projektas yra dalinai finansuojamas Lietuvos kultūros tarybos ir skiriamas programos „Globali Lietuva“ idėjos kultūros srityje sklaidai.

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