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La tavolozza dell’artista lituana Kristina Kurilionok: da Vilnius alla Calabria tra colori, luci ed esperienze emotive

Due anni fa, l’artista Kristina Kurilionok ha lasciato la sua città – Vilnius, la capitale della Lituania, e si è trasferita a 2800 chilometri – a Conflenti, in Calabria. Le differenze tra la Lituania baltica e la Calabria mediterranea non sono solo linguistiche, culturali o culinarie. I sensi dell’artista sono stati particolarmente colpiti dagli effetti della luce e dei colori. È proprio il potere della luce e delle esperienze interiori che la pittrice esprime sulle sue tele, dipinte appositamente per la mostra a Vilnius.

Daiva Lapėnaitė
ITLIETUVIAI.IT

“La mostra dell’artista lituana Kristina Kurilionok dal titolo Al crepuscolo / Sutemos presenta l’ultima produzione pittorica dell’artista e annuncia qualcosa di insolito e di profondo: un viaggio nella potenza della luce – scrivono i curatori della mostra Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo nel comunicato stampa -. L’artista – che da circa due anni vive in Italia – ha realizzato uno straordinario lavoro di ricerca sulle differenti incidenze luminose e tonali espresse dai paesaggi mediterranei della Calabria e da quelli baltici della Lituania – regione di adozione la prima, regione di nascita, crescita e formazione la seconda”. 

I curatori della mostra, i proprietari della galleria d’arte contemporanea Pramantha Arte, sono due galleristi alquanto insoliti: Antonio Bruno Umberto Colosimo è un astronomo, Maria Rosaria Gallo è una filosofa. Affascinati dall’arte nordica lituana, i due intrattengono un rapporto privilegiato con la Lituania e la sua arte contemporanea. 

Secondo i galleristi, “le impressioni percepite hanno suscitato nell’artista K. Kurilionok un forte bisogno di confrontarsi con la natura luminosa dei luoghi vissuti, riprendendo un tema molto classico – quello del paesaggio – e restituendo in pittura i caratteri di due regioni tanto diverse tra di loro”.

L’unione tra le anime baltica e calabrese

La combinazione di diverse caratteristiche – la serietà, l’organizzazione e persino una certa testardaggine lituana ed energia tipica degli italiani del sud, l’incredibile capacità di godersi la vita, di assaporare il momento qui e ora, senza impazzire per i piani ben elaborati, sprizza come calore solare dalla giovane artista lituana. 

Locandina della nuovissima mostra dell’artista K. Kurilionok a Vilnius

“Dagli italiani imparo l’arte della spontaneità, della leggerezza, questo loro modo di affrontare la vita come se fosse un fiume che scorre, ma anche il rispetto per il riposo, il sapere come coccolarsi e concentrarsi non solo sul lavoro, ma anche sul riposo”, dice K. Kurilionok.

“Qui, in Calabria, sono stata anche fortemente influenzata da un fenomeno per me assolutamente nuovo – il movimento del sole. Ho scoperto che a seconda della posizione del globo in cui ci troviamo, anche i tramonti sono diversi. Ho notato che in Lituania i tramonti sono lunghi, malinconici, mentre in Italia è veloce, sembra che il sole cada. In Lituania, il tramonto può essere osservato per un’ora e più, invece in Calabria è così rapido. Forse è per questo che gli italiani sono più rilassati, più attenti e propensi a godersi quei brevi momenti qui e ora. “

Ammaliata dalle luci e dai colori

L’artista, che ha conseguito il suo diploma di laurea in pittura e poi laurea specialistica in pittura nel 2010 all’Accademia delle Belle Arti di Vilnius, racconta che la prima cosa che l’ha colpita nel sud è stata l’intensità della luce e dei colori. 

“Quando arrivai nel sud Italia per la prima volta, notai una sensazione di luce completamente diversa rispetto alla Lituania – racconta K. Kurilionok -. La realtà dell’ambiente circostante era cambiata radicalmente e mi ci volle un po’ di tempo per abituarmi a vedere il cielo che si allungava. L’abbondanza di luce inonda tutto e tutti e le immagini del paesaggio meridionale nei loro colori causano immediatamente confusione. A poco a poco, mentre gli occhi si abituano, scopri la ricchezza del paesaggio naturale: la bellezza di piante invisibili, alberi e l’intero paesaggio si apre alla luce del sole incredibilmente forte. Tutto ciò risveglia qualcosa di primitivo dentro. 

Dopo essermi stabilita in Calabria, ho cercato di domare questo ambiente nel miglior modo per me possibile, cioè attraverso la pittura. Sì, come nel XVII° secolo. Come i pittori olandesi che hanno usato la pittura del paesaggio come uno strumento per conoscere il mondo e, come ha scritto Erika Grigoravičienė in Visual Turn: conoscere l’ambiente di vita in termini di visibilità”.

E così l’artista, che prima nella sua pittura si concentrava sul corpo umano, quello femminile in particolare, come il fulcro di continua e quotidiana metamorfosi che l’esistenza produce nel soggetto, affascinata dalle luci e dai colori calabresi si è immersa nella pittura dei paesaggi. 

Gli occhi potrebbero, la mano non ancora

L’artista afferma che l’essenza della sua nuova mostra personale a Vilnius è proprio l’immenso desiderio di raccontare come solo al crepuscolo i colori sono indescrivibilmente belli. 

“Non riesco ancora a dipingere il paesaggio calabrese durante il giorno, i miei occhi potrebbero, ma la mano che tiene il pennello non ancora – dice K. Kurilionok -. Dopotutto, anche la pittura lituana è più mezzetinte, i colori puri sono ritenuti troppo aggressivi, strani addirittura. I quadri degli artisti del Sud hanno i colori più vivaci e io sto iniziando ad assorbirlo piano piano”.

I suoi primi esperimenti con colori più luminosi, aggressivi, ma nell’Italia meridionale così naturali, si possono assaggiare nella nuovissima mostra di K. Kurilionok a Vilnius.

K. Kurilionok, La spiaggia abbandonata, 2020, olio su tela (100 × 240 cm)

“Morbidi ed evanescenti, i boschi lituani si adagiano nei grigi ovattati del nuvoloso cielo nordico creando un unicum ambientale evanescente e incerto come la soglia che introduce a un mondo onirico, fiabesco. Rigogliosi, radiosi, esuberanti, i boschi calabresi si stagliano contro l’azzurro intenso del cielo quasi a sfidarlo, delimitandone i confini e contrastandone il colore, mostrando al fruitore l’eterna sfida tra i titani della natura – scrivono Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo nella presentazione della mostra della pittrice lituana -. Così cielo e terra, così mare e cielo. E proprio le ore crepuscolari, mattutine e serali, in quel sottile lento confine tra la luce del dì e il buio della notte, ispirano l’animo dell’artista a tradurre in pittura quelle sensazioni, quelle emozioni, quella vita che anima e agita un mondo magico spesso ammutolito dalle faticose consuetudini della vita odierna. Sibili di vento, scrosci d’acqua, fruscii di foglie, scricchiolii di rami, cinguettii d’uccelli, gracchiar di rane. Ululati, muggiti, fischi, rimbombi, cicalecci, abbaiar di cani e miagolar di gatti. Gioco e amore, lotta e caccia, bosco e mare, meraviglia e fascinazione, incredulità e stupore. Tutto questo prende vita nella mente dell’artista e attraverso la pittura esterna il suo sentire, la sua intima partecipazione ai fenomeni naturali e alle loro qualità estetiche, che variano col variare della latitudine sul globo terrestre”.

Il cielo italiano è più alto

L’artista, che ha passato gli ultimi due anni lavorando in Calabria, confessa di aver trovato un posto ideale.

“Le condizioni per creare qua sono eccellenti: la pace, le montagne, le foreste, il mare… mi sono completamente immersa nella natura, mi sono unita all’ambiente circostante e ho iniziato a dipingere i paesaggi”, racconta K. Kurilionok. 

Ma la tentazione di venire a dipingere in Italia ha una lunga data. “Ho incontrato Maria Rosaria Gallo a Vilnius nel 2009, mentre partecipato al concorso “Il premio del giovane pittore” e lei svolgeva uno stage presso la Galleria Vartai di Vilnius come curatrice e si interessava ai giovani artisti lituani. Lei, insieme ad Antonio Bruno Umberto Colosimo mi hanno invitato a fare una mostra personale in Italia, a Lamezia Terme. E così è iniziata la nostra fruttuosa collaborazione, ho avuto la possibilità di esporre le mie tele nelle mostre a Venezia, a Torino e in altre città. Loro continuavano ad invitarmi di venire nel sud Italia per dipingere. Ho vissuto tutti quegli anni tenendo presente che esiste un’opportunità del genere e due anni fa l’ho colta – sono venuta in Calabria e finora ci sono rimasta”.

L’artista afferma che le differenze tra la Lituania e la Calabria hanno avuto un effetto profondo su di lei: l’hanno affascinata e l’hanno aiutata a trovare un equilibrio.

“A parte la luce ed i colori, sono stata particolarmente affascinata dalla lingua italiana. Amo le lingue e imparo rapidamente, parlo fluentemente inglese, russo, francese, polacco, ma l’italiano è sempre stata la mia lingua preferita – dice K. Kurilionok -. Ora vivo in un ambiente da sogno perché la lingua italiana ti cambia. Gli italiani trasmettono una tale leggerezza e mi hanno aiutato ad ammorbidirmi, a trovare l’equilibrio. È vero, l’ambiente ti cambia inevitabilmente”.

Per ora l’artista ha lasciato la capitale della Lituania per un posto minuscolo come Conflenti, un luogo di sole 1.357 anime secondo l’Istat. Un luogo che, secondo l’artista, ha qualcosa di magico dove le differenze si percepiscono persino fisicamente.

“Qua anche il cielo è più alto che in Lituania. Più a nord, minore è la percezione del cielo. In Lituania, le nuvole e persino le stelle sembrano più vicine, invece in Italia il cielo si apre all’infinito. Qui puoi davvero vedere, percepire che il cielo è più alto, che è più aperto”, afferma l’artista.

La nostalgia per il paesaggio lituano

Tuttavia, l’artista non nasconde che a volte vorrebbe vedere il paesaggio lituano attraverso la finestra e per adesso non sta facendo progetti per il futuro.

“Vedo che sto attraversando le fasi vissute da molti lituani che si sono trasferiti all’estero. Il primo anno ero euforica. Gioivo per tutto: la lingua, il cibo, le persone, l’ambiente. Durante il secondo anno ho avuto i primi momenti un po’ più complicati. Per la prima volta ho vissuto sulla mia pelle l’inverno calabrese, che è molto diverso da quello lituano: è più caldo, ma completamente diverso – è umido e mi sono dovuto abituare. Ma la prima sfida è stata quella di abituarsi alle differenze della temperatura”, racconta K. Kurilionok e aggiunge: “Non so se vivrò in Italia per molto tempo. Non sono attaccata ad un posto, non ho obblighi né ancore. In Italia sto vivendo un’esperienza creativa meravigliosa, ma quando ho davvero tanta nostalgia, torno sempre in Lituania, dove ho la mia famiglia e i miei amici. Una volta lì, mi godo tutto, anche la pioggia e il grigio argenteo. Le persone si meravigliano per questa mia gioia, ma io sto solo cercando di mantenere il mio equilibrio”.

Ed è proprio la pittura lo strumento per l’artista per mantenere l’equilibrio in un nuovo ambiente e nella vita in generale.

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K. Kurilionok, Al Crepuscolo III. Lituania, 2019, olio su tela (40 × 50 cm).

“Il mio rapporto con il paesaggio è vicino a quello di Edvard Munch. Come lui, cerco sempre di dipingere la prima impressione, di riprodurre la prima immagine che mi ha catturato – dice K. Kurilionok -. Il crepuscolo è il momento più vicino alla mia anima. Molto bello nella sua relazione silenziosa, ovattata e semi sommersa. La luce smorzata si diffonde nel terreno e non scorre più verso di te nei suoi colori caldi, specialmente al sud. Ho sentito queste differenze soprattutto dopo un breve viaggio in auto in Lituania in autunno. Fino ad allora, non potevo nemmeno immaginare quanto mi fosse vicino l’umore nordico. Il grigio della nostra terra brillava per l’abbondanza delle sue sfumature! Quando sono tornata in Italia, ho dipinto molte immagini della Lituania, come se stesse bussando alla mia memoria, cercando di avvicinarmi alla mia terra natale. Ho dipinto il crepuscolo lituano e italiano, ho cercato di trasmettere il loro spazio nel paesaggio. Come nella rappresentazione descrittiva esaminata da Svetlana Alpers: un dipinto è una superficie su cui il mondo sembra riflettere, presenta un’immagine senza cornice e che oscura l’artista, lo coinvolge in sé stesso e non indica un posto per lo spettatore”.

L’unica certezza – la pittura

“L’Italia mi è entrata nell’anima – ammette l’artista – ma non ci sono cose costanti e definite, tutto cambia sempre. Prima di venire in Italia immaginavo spesso come sarebbe stato il mio futuro, stavo pianificando e improvvisamente le cose hanno iniziato a cambiare drammaticamente, inaspettatamente. Ora ho soltanto una certezza – qualsiasi cosa accada, cercherò sempre di dipingere”.

Dopo aver trascorso mesi a dipingere in studio in solitudine, versando sulla tela tutto ciò che ha accumulato nella sua esperienza calabrese, l’artista desidera ora celebrare la sua nuova mostra a Vilnius presso la galleria Akademija.

“Mi piacciono molto le inaugurazioni – dice K. Kurilionok -. Nella professione del pittore c’è tanta introversione e io sono estroversa, mi piace parlare, comunicare. Inaugurare la mostra è come una festa per me. Lavoro tutto l’anno nel mio studio, dove tutto è solo nella mia mente, e qui, all’inaugurazione della mostra, posso condividere tutto con gli altri e anche discuterne! È così entusiasmante”.

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