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Reliquie del nuovo altare del Collegio Pontificio di S. Casimiro conservano il legame con la Lituania

Al Pontificio Collegio Lituano S. Casimiro a Roma, iniziando il nuovo anno accademico 2021-2022, è stato consacrato il nuovo altare della cappella del Collegio. Secondo il rettore del Collegio, padre Audrius Arštikaitis, l’idea di sostituire l’altare è nata durante il 70-esimo anniversario del Collegio, mentre l’architetto Pierluigi Bernini ha proposto la soluzione visiva. Il sacerdote racconta sul portale di notizie ITLIETUVIAI.IT come è stato sviluppato il progetto, quali reliquie di particolare significato sono state collocate nell’altare e se il progettista, il signor Bernini davvero discende della famosa famiglia italiana Bernini.

Greta Talat-Kelpšaitė
ITLIETUVIAI.IT

L’idea è nata durante l’anniversario del Collegio

Uno dei luoghi più importanti per i lituani a Roma è il Pontificio Collegio di S. Casimiro. La cappella del Collegio lituano di  S. Casimiro a Roma accoglie i fedeli con l’aspetto rinnovato. Il nuovo altare è stato consacrato il 29 ottobre 2021 e la cerimonia è stata presieduta dal metropolita di Vilnius, l’arcivescovo Gintaras Grušas, venuto dalla Lituania. Alla cerimonia hanno partecipato la comunità del Collegio, i lituani di Roma, il clero e i mecenati del Collegio dalla Lituania.

Come racconta padre A. Arštikaitis, l’idea di rinnovare la cappella e l’altare è nata per motivi utilitaristici.

“Il nostro parquet era già molto consumato e non poteva essere restaurato, così si è deciso di sostituirlo con un pavimento in marmo, e allo stesso tempo si è arrivati alla conclusione che anche l’altare doveva essere sostituito. Per renderlo stabile, portatile e inamovibile, attorno al quale il popolo di Dio poteva riunirsi e celebrare l’Eucaristia. Così è nato il progetto, e ora abbiamo i frutti del progetto”, dice l’iniziatore della ristrutturazione al portale di notizie ITLIETUVIAI.IT.

Secondo lui, l’idea, è nata in occasione del 70° anniversario del Collegio.

“Abbiamo pensato che sia gli ex studenti che i sostenitori – tutti noi uniamo le forze e possiamo farlo, possiamo rinnovare la cappella del Collegio. Si sapeva già da tempo che il pavimento e l’altare sarebbero stati sostituiti, così abbiamo iniziato a raccogliere donazioni e successivamente abbiamo iniziato i lavori. Purtroppo durante la pandemia, non abbiamo potuto continuare, quindi abbiamo lavorato solo sulla documentazione del progetto, aspettando che la quarantena finisse, di conseguenza i tempi si sono prolungati”, ha raccontato A. Arštikaitis.

I legami dell’architetto con il famoso Bernini

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’architetto Pierluigi Bernini, laureato nel 1984 presso la Scuola di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, Valle Giulia.

L’architetto è sempre alla ricerca di un’armonia compositiva tra spazi, materiali e colori, e si occupa principalmente della progettazione di opere architettoniche e industriali uniche. 

“Abbiamo lavorato al progetto con Pierluigi Bernini, e abbiamo scherzato sul fatto che avendo come cognome Bernini, allora saremmo sicuramente stati in grado di fare tutto. Dopo tutto, anche se è un lontano parente, viene comunque dalla stessa radice, ha il DNA dei Bernini”, racconta con sorriso A. Arštikaitis, aggiungendo che è difficile confermare la relazione dell’architetto con la famosa famiglia Bernini, perché l’albero genealogico dell’architetto non è veramente realizzato.

La funzionalità dell’altare è fondamentale

Secondo il rettore del Collegio, l’altare della cappella è stato progettato per abbinare i colori dell’altare precedente, per ricordare la forma precedente e per non essere troppo massiccio.

“Il risultato è uno stile leggero e moderno che non contraddice l’altare precedente”, afferma A. Arštikaitis sul portale di notizie ITLIETUVIAI.IT. È difficile giudicare quanto possa piacere come opera d’arte, ma la cosa più importante è che l’altare compia la sua funzione: può essere usato per la Santa Messa, è usato per il sacrificio eucaristico, ci riunisce. Questa è la cosa più importante, mentre l’aspetto artistico è secondario”.

Secondo il sacerdote, la ristrutturazione della cappella è stata possibile grazie a generosi donatori: tutti i costi della ricostruzione della cappella sono stati coperti dalle donazioni, una somma considerevole, quasi pari al bilancio annuale del collegio.

 “Tutto è stato reso possibile con l’aiuto dei fondi dei donatori: ex studenti, sostenitori del Collegio e i “Cavalieri Lituani” hanno tutti contribuito alla ristrutturazione di questa cappella del Collegio.  Dobbiamo ringraziarli, perché è stato solo grazie a loro che è stato possibile, non avremmo potuto farlo con i nostri fondi. Ogni euro è importante. Non erano solo uno o due donatori, ne erano circa una cinquantina. Gli ex studenti avevano donato molte centinaia di euro. È così che un mosaico viene composto da piccole pietre – ognuno aveva contribuito alla cappella con la propria donazione”, A. Arštikaitis ha ringraziato i donatori.

Le reliquie creano un legame con la Lituania

Il nuovo altare include simboli speciali, vale a dire reliquie di santi e beati, le reliquie del santo patrono della Lituania S. Casimiro e i cinque martiri: S. Eufrasia , S. Prassede, S. Andrea Bobola, vescovo S. Giosafat Kuncewycz, e del beato Teofilius Matulionis.

“Abbiamo messo insieme le vecchie reliquie e ne abbiamo ricevuta una nuova – la reliquia del Beato Arcivescovo, Martire Teofilius Matulionis. Questa fu donata dal vescovo Jonas Ivanauskas di Kaišiadorys il 15 agosto, durante la festa del solstizio. Avevamo chiesto se potevamo ricevere questa reliquia e metterla sull’altare nuovo”, ha raccontato il sacerdote.

Solo questa reliquia è completamente nuova, mentre le altre sono state rimosse dal vecchio altare e messe in quello nuovo. Il padre A. Arštikaitis ritiene che nella scelta delle reliquie, era importante che esse avessero una connessione con la Lituania.

“Queste sono alcune persone legate alla Lituania: San Casimiro è il nostro santo patrono, San Giosafat Kuncewycz è legato al nostro paese, San Andrea Bobola è collegato con i gesuiti lituani. Stiamo cercando di trovare legami tra la Lituania e il Collegio, quindi abbiamo collocato le reliquie più vicine possibile”, ha raccontato il rettore del Collegio.

Invito a venire con la preghiera

Anche se questa cappella del Collegio è privata e non è aperta al pubblico, coloro che desiderano visitarla possono prenotare una visita.

“La cappella è  destinata per lo più alla comunità del Collegio, per coloro che vivono e studiano qui, ma non  è escluso che tutti possano entrare, e che si possano organizzare visite guidate, previa formale “richiesta”, ha annotato padre A. Arštikaitis, aggiungendo che tutti coloro che vengono, dovrebbero essere disposti non solo a guardarsi intorno e fare foto, ma anche a pregare.

“È importante pregare perché la pietra diventi viva: impregnarla di preghiere, perché altrimenti rimane una pietra, abbiamo bisogno di farla scaldare e di scaldarci, e per questo dobbiamo essere coinvolti e pregare. Se qualcuno decide di visitare la cappella, gli chiediamo non solo di guardarla, ma di venire con la preghiera, con un atteggiamento alla preghiera”, ha sottolineato l’importanza della preghiera sul portale di notizie ITLIETUVIAI.IT  padre A. Arštikaitis.

Traduzione dal lituano di Ieva Musteikytė

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