Cappella Sapieha nel più bel cimitero di Firenze
Ormai da più di due secoli i cipressi di Mons Florentinus osservano lo scorrere della vita cittadina giù a valle nella culla del Rinascimento. Vigilano come guardie sulla basilica di San Miniato al Monte e custodiscono anche il vicino cimitero monumentale delle Porte Sante. Qui sono sepolte le personalità che si sono distinte nella storia dell’Italia e del mondo intero. Tra le celebrità italiane passate a miglior vita ci sono anche alcuni esponenti dell’aristocrazia lituano-polacca. Un anziano fiorentino racconta la loro storia ai visitatori del cimitero.
Rūta Abaravičiūtė
ITLIETUVIAI.IT
La cappella della nobile stirpe dei Sapieha si cela tra i marmi candidi dei loculi e le sculture funerarie del più bel cimitero di Firenze. Il signor Giovanni Benvenuti aiuta i curiosi a scoprirla raccontando i segreti del campo santo.
L’anziano signore mostra a tutti la cappella con la scritta SAPIEHA perché negli anni sessanta lui stesso fu testimone oculare del funerale di “questo principe”.
Giovanni ricorda come se fosse ieri che durante la cerimonia fu prelevata una spada che si trovava su un cuscino di velluto sulla bara del defunto, per essere consegnata al giovane erede maschio dei Sapiehai, vestito con un’uniforme di un ordine militare non meglio identificato.
Oltrepassato il cancello, sul muro interno si legge la scritta: “ANNA TYZCKIEWICZ CON PRINCEPS SAPIEHA DOMO, WOLOZYNI NATA MDCCCXVI – DECESSIT FLORENTIAE MDCCCLXXIII”. Le date in numeri romani indicano che è nata nel 1816 e deceduta nel 1873. Di fronte vi è un’altra lapide con l’iscrizione: “PAUL SAPIEHA, MAY 17 1900–JULY 21 1987. Faith, hope, charity”.
La cappella fu progettata dall’architetto Mariano Falcini nel 1864, un bravo allievo di Pasquale Poccianti – celebre architetto del granducato toscano. Sull’altare si vede la copia della Madonna di Kodena, che lascia supporre che i defunti lì sepolti appartengano al ramo della famiglia originario di Kodena, una piccola città della Polonia.
La cappella dei nobili lituani si rifà allo stile eclettico dell’epoca, quando era diffusa la maniera di mescolare più stili architettonici nello stesso edificio come romanico, gotico e classicheggiante. Le colonne, il timpano triangolare e gli inserti delle strisce in marmo rosa in parte richiamano anche lo stile dell’adiacente basilica di San Miniato.
La volta a botte mostra l’influenza delle architetture venete. Nel frontone della facciata spicca lo stemma di Tiškevičiai – la stella a sei punte con lo spicchio di luna crescente (Leliwa polacca) – e quello dei Sapieha – freccia con due linee orizzontali, chiamata Volpe ( Lis polacco) nonché lo stemma del ducato lituano (Vytis, il cavaliere con la spada) e una Coppa.
Chi erano le due persone che riposano nella cappella e come mai le loro vite si sono interrotte a Firenze?
I dati storici dimostrano che i nobili della Lituania e della Polonia viaggiavano in Italia già dal ‘700. Tra gli aristocratici europei era in voga concedere ai loro rampolli maschi un anno sabbatico per viaggiare. I giovani passavano un anno in Italia o in Grecia, studiando la cultura del mondo classico e del Rinascimento italiano.
Sembra strano, ma ci sono poche notizie certe su Paul Sapieha, il defunto più recente. Invece nella banca dati del cimitero è riportato che Anna Tyszkiewicz riposa nella cappella accanto al marito Leon Sapieha.
La loro unica figlia sposò Ferdynand Fryderyk Radziwill. In questo modo un altro nobile innesto ha attecchito sul già blasonato albero genealogico di famiglia.
Anche le tombe di questa nobile stirpe hanno risentito del trascorrere degli anni; sia i mosaici dei muri interni sia la cancellata della cappella di Anna e Leon Sapieha sono in condizioni tali che necessiterebbero un restauro.
I Sapieha possono però dormire sonni tranquilli: i lavori di restauro saranno eseguiti dal comune di Firenze, perché l’antico Cimitero delle Porte Sante è tutelato dalle leggi per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale.