Il granduca di Lituania e la vittoriosa battaglia di Vienna nei Musei Vaticani
Tra gli innumerevoli capolavori vaticani si annovera anche la celeberrima tela di Jan Matejko “Giovanni Sobieski III a Vienna”. Al centro dell’immenso quadro il re di Polonia, nonché granduca di Lituania, è rappresentato dopo la vittoriosa battaglia contro l’esercito ottomano. La cornice è decorata con lo stemma della Confederazione Polacco-Lituana: l’aquila del regno polacco e il cavaliere del granducato di Lituania collocati nei quattro campi rossi. La tela di Jan Matejko fu donata a papa Leone XIII dopo il grande successo della mostra internazionale a Roma nel 1883.
Toma Gudelytė
ITLIETUVIAI.IT
Durante una visita nei Musei Vaticani, scegliendo il percorso lungo verso la Cappella Sistina con l’obiettivo di ammirare le stanze di Raffaello, si accede alla sala Sobieski, dove è custodito il quadro di Jan Matejko “Giovanni Sobieski III a Vienna” (458 x 894, olio su tela).
Jan Sobieski (1629-1696) fu un aristocratico polacco, Gran Etmano, re di Polonia Giovanni III e granduca di Lituania alla guida della Confederazione Polacco-Lituana (1674-1696).
Durante il suo regno Jan Sobieski partecipò a circa venti battaglie, ma divenne celebre come comandante dell’esercito alleato cristiano che, dopo una battaglia di dodici ore nei pressi di Vienna, il 12 settembre 1683 sconfisse gli ottomani, difendendo così l’Europa cristiana dall’avanzata dell’impero musulmano.
Nel 1883 l’impero austriaco celebrò i 200 anni della vittoria e per questa occasione il famoso pittore polacco Jan Matejko, noto per i suoi quadri a soggetto storico, rappresentò la battaglia sulla tela. Lo stesso anno i polacchi donarono il quadro a papa Leone XIII.
Le dimensioni impressionanti della tela (458 x 894) | Foto di R. Šlepavičius
Al centro della tela è rappresentato il re di Polonia e granduca di Lituania Jan Sobieski: maestoso sul cavallo, con il volto baffuto raggiante, egli indossa il costume regale polacco di color azzurro e oro.
Il sovrano porge con la mano destra la lettera annunciatrice della liberazione di Viena al messo papale, e con la sinistra impugna lo scettro d’oro. Alla sua sinistra cavalca con fierezza il giovane figlio, il principe Giacomo.
A destra del quadro avanzano verso il re nobili capi della Lega cristiana. Dietro a Sobieski cavalca un frate cappuccino: è il beato Marco D’Aviano, nominato dal papa Innocenzo XI come cappellano militare di tutte le armate cristiane, convenute a Vienna.
La tela di Jan Matjeko in tutta la sua grandezza | Foto di R. Bojažinskytė
In basso, tra i cadaveri, si intravedono alcuni soldati musulmani seduti per terra che depongono le spade, in segno di resa. A sinistra del quadro, un soldato poggia ai piedi del cavallo di Jan Sobieski il vessillo del Profeta Maometto di color verde e oro, che gli ottomani intendevano issare sulla Basilica di San Pietro a Roma.
In alto a sinistra, è rappresentato il monte di Kahlenberg, dal quale l’esercito alleato guidato da Jan Sobieski attaccò improvvisamente gli ottomani, al grido di battaglia “Gesùmmaria!
Nella parte destra, sul fondo, si intravede la città di Vienna. Il cielo azzurro è attraversato da un arcobaleno a simboleggiare il patto d’alleanza tra l’uomo e il Dio.
In alto sulla cornice del quadro sono incise le parole del salmo 115, cantato il giorno dopo la battaglia durante la santa messa: “NON NOBIS, DOMINE, NON NOBIS” (Non a noi, Signore, non a noi) e “SED NOMINI TUO AD GLORIEM” (Ma al tuo nome dà gloria), così sottolineando che il cristianesimo in Europa fu salvato grazie all’aiuto di Dio e della Vergine Maria, che concessero la grazia dopo le preghiere e l’invocazione, tra gli altri, del cappellano Marco D’Aviano.
Sulla cornice, tra le frasi del salmo citate, si trova lo stemma della Confederazione Polacco-Lituana: l’aquila del regno polacco e il cavaliere del granducato di Lituania collocati in quattro riquadri rossi.