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Impronte della Lituania e dei suoi santi nella chiesa di San Gioacchino in Prati a Roma

Nel quartiere Prati, vicino al Vaticano, nei pressi di Piazza Quiriti c’è un luogo poco frequentato da turisti, ma qui si trova un edificio che sicuramente merita la loro attenzione: si tratta della chiesa di S. Gioacchino in Prati, costruita alla fine del XIX secolo. Qui troviamo alcune tracce di collegamento con la Lituania. Nel fregio del portico in uno dei medaglioni c’è la scritta: “POLACY LIETUVEI RUSINY”. Nella cappella dedicata alla Polonia vi sono raffigurati anche due santi importanti per la Lituania: il santo patrono della Lituania, S. Casimiro e S. Giosafat Kuncewyc, il fondatore dell’Ordine di S. Basilio in Lituania.

Raimonda Bojažinskytė
ITLIETUVIAI.IT

La chiesa intitolata a S. Gioacchino, discendente della famiglia reale di Davide, ovvero dal padre della SS. Vergine Maria, è una delle poche chiese di Roma che appartiene allo stesso Papa. La chiesa di S. Gioacchino in Prati fu costruita come dono dei cattolici di tutto il mondo a Papa Leone XIII, che fu battezzato col nome di Gioacchino.

La chiesa in stile storicista è stata progettata e realizzata dall’architetto Raffaele Ingami. La costruzione iniziò nel 1891, l’edificio fu aperto al pubblico nel 1898; dopo la consacrazione della chiesa, nel 1911, essa fu affidata ai redentoristi della Congregazione del Beato Redentore.

Da lontano si vede la cupola in alluminio della chiesa, traforata in modo da ricordare stelle di cristallo, attraverso le quali la luce penetra imponente all’interno della chiesa. All’estremità della cupola, ad un’altezza di 57 metri, al posto della croce si trova un ostensorio che ricorda che la chiesa adora costantemente il Signore.

Dopo che Papa Leone XIII aveva espresso il desiderio di costruire questa chiesa, l’abate responsabile della costruzione, Antoni Brugidou, aveva fatto appello ai cattolici di tutto il mondo chiedendo un sostegno finanziario per la costruzione della chiesa. Il sostegno era pervenuto da 14 paesi e a ciascuno era stata dedicata una cappella all’interno della chiesa.

Tutte i paesi che avevano contribuito alla costruzione sono citati nei medaglioni incastonati nel fregio del portico. Uno di essi recita: “POLACY LIETUVEI RUSINY”. Così nel santuario romano sono state immortalate le nazioni del Granducato di Lituania: polacchi, lituani e ruteni. La quarta cappella della navata destra, realizzata dall’autore Attilio Palombi, è dedicata alla Polonia.

È in esso che troviamo un’altra impronta importante dei legami del santuario con la Lituania. Nel dipinto della parete centrale della cappella, accanto alla santa regina di Polonia Edwige, è dipinto il patrono della Lituania, S. Casimiro. Egli tiene in una mano un giglio e nell’altra una fascia con le parole del suo canto amato,  Omni de dic Mariae.

Il vescovo con in mano una palma è il martire S. Giosafat  Kuncewych, fondatore dell’Ordine di S. Basilio in Lituania. Nel soppalco di sinistra S. Giosafat accoglie la rivelazione del bambino Gesù.

Traduzione dal lituano da Ieva Musteikytė

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