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La cittadinanza lituana a Massimiliano Fuksas. “Desidero creare qualcosa per la Lituania”

Massimiliano Fuksas, tra i più noti architetti e designer contemporanei, è a tutti gli effetti un cittadino lituano. Fuksas, classe 1944, ha infatti ricevuto, lo scorso 6 dicembre, il passaporto lituano dalle mani dell’ambasciatore lituano a Roma. La cittadinanza lituana a Fuksas, concessa e firmata dalla Ministra degli Interni, Agnė Bilotaitė, è stata riattivata sulla base di una parentela: il padre, Raymondas Fuksas, originario della Lituania, mantenne la cittadinanza nel corso della propria vita. Massimiliano Fuksas ha conservato il passaporto lituano del padre per tutti questi anni e oggi si dichiara fiero delle proprie origini. Nell’intervista concessa a ITLIETUVIAI.IT, l’architetto e designer, che si definisce un “romano di origini lituane”, racconta del suo primo “incontro” con il paese baltico, della ricerca delle radici, ma pure delle frittelle lituane. E svela il desiderio di lasciare un’impronta artistica nella terra paterna.

Neringa Budrytė
ITLIETUVIAI.IT


Nato a Roma, Massimiliano Fuksas, settantenne architetto celebre in tutto il mondo, ama parlare delle proprie radici definendosi un romano di origini lituane. Da oggi, l’architetto e designer diventa anche proprietario del passaporto. Il documento lo lega infatti inscindibilmente con il paese baltico. La cittadinanza gli è stata conferita in autunno e il passaporto lo scorso 6 dicembre, nella sede diplomatica della Repubblica lituana.

Fuksas non ha dovuto prestare giuramento allo Stato lituano, dal momento che la cittadinanza è stata riattivata e dunque gli appartiene di diritto grazie alla linea paterna. Suo padre, Raymondas Fuksas, ebreo lituano di Kaunas, venne a Roma per studiare medicina nel primo dopoguerra, ma ci restò a vivere, preservando il passaporto lituano.

“Credo sia una sorta di debito morale verso suo padre. Raymondas Fuksas morì piuttosto giovane, tuttavia per Massimiliano il legame con la Lituania fu da sempre essenziale. E questo legame non è soltanto spirituale o morale, oggi acquista anche un valore giuridico”, sostiene l’ambasciatore Šlepavičius.

Secondo l’ambasciatore lituano, Ričardas Šlepavičius, l’architetto aveva espresso il desiderio di diventare cittadino lituano quando a Roma si preparavano alle celebrazioni dei 30 anni dell’Indipendenza dello Stato baltico.

“A inizio marzo 2020 – racconta Šlepavičius – ho incontrato Massimiliano Fuksas e l’ho invitato alle celebrazioni per i trent’anni dell’Indipendenza lituana, evento successivamente annullato a causa della pandemia. Appena sono entrato nella stanza, la prima sua frase è stata: ‘Io voglio il passaporto lituano’. Era un suo desiderio, espresso in modo chiaro. Sosteneva di aver sempre sentito un forte legame con la Lituania, di averlo ereditato dal padre.

Per questo ho sostenuto fortemente l’idea del ripristino della cittadinanza. Credo sia una sorta di debito morale verso suo padre. Raymondas Fuksas morì piuttosto giovane, tuttavia per Massimiliano il legame con la Lituania fu da sempre essenziale. E questo legame non è soltanto spirituale o morale, oggi acquista anche un valore giuridico”.

Nonostante la pandemia abbia rallentato l’istruzione della pratica, secondo l’ambasciatore il Dipartimento per l’immigrazione ha lavorato in modo impeccabile e l’iter è andato avanti senza impedimenti. Nei registri conservati nell’Archivio di Stato è stata trovata la nota di registrazione della nascita di Raymondas Fuksas, a testimoniare la sua provenienza.

“Ricordo bene le parole di mio padre: anche se tu sei nato in Italia, sei sempre un lituano. Questo è il motivo per cui ho sempre detto di essere un romano di origini lituane. Per me è importante sottolinearlo, in ricordo di mio padre, lui teneva molto alle sue origini” , racconta Massimiliano Fuksas.

L’architetto e designer confessa che la notizia della riacquisizione della cittadinanza lituana lo ha commosso. Non nasconde di aver atteso tanto questo momento: per lui si tratta di una giustizia storica nei confronti della sua famiglia. Anche la madre dell’architetto, Tersilia, professoressa di filosofia, aveva ottenuto all’epoca la cittadinanza lituana. Una vera romana, dopo aver sposato un cittadino straniero, secondo le leggi fasciste in vigore, perse automaticamene la cittadinanza italiana.

Fuksas ricorda poi un equivoco divertente legato alla questione cittadinanza.

“Io ero già cittadino lituano. Sapete perché? L’ho scoperto quando avevo 21 anni. Ero a Roma: un giorno mi chiamano dalla Questura, ufficio per gli stranieri, e dicono: il suo permesso di soggiorno è scaduto. Io, sorpreso, rispondo che sono nato a Roma, ho il passaporto italiano, la carta d’identità, ho tutto. E loro: ma lei non è italiano, è lituano.

Ed effettivamente era vero. Sul mio atto di nascita, infatti, c’era scritto che mio padre era cittadino lituano, mentre mia madre cittadina italiana, ma successivamente è stata aggiunta una nota indicante un errore, ovvero che mia madre in realtà era cittadina lituana. Questo era successo a causa delle leggi fasciste: chi sposava uno straniero perdeva la cittadinanza, punto. Per cui sono diventato veramente cittadino italiano solo all’età di 21 anni”.

“Ricordo bene le parole di mio padre – continua Fuksas – ‘Anche se tu sei nato in Italia, sei sempre un lituano’. Questo è il motivo per cui ho sempre detto di essere un romano di origini lituane. Per me è importante sottolinearlo, in ricordo di mio padre, lui teneva molto alle sue origini”. Un legame fortissimo, insomma, provato anche dal fatto che, svela Massimiliano Fuksas, il suo secondo nome è Vytautas (il Granduca lituano del XIV sec.) e dal ricordo di alcune parole lituane imparate durante l’infanzia.

Nonostante avesse perso il padre Ray

mondas in tenera età, Fuksas dice di ricordare benissimo i suoi racconti e la colazione tipicamente lituana: blynai, le frittelle dolci, gustate attorno a un tavolo con tutta la famiglia. E il suo primo viaggio nel paese paterno, subito dopo l’Indipendenza, fu particolarmente memorabile. In Lituania, comunque, Fuksas è tornato spesso, sia per discutere di vari progetti, sia per cercare le tracce del proprio passato.

“Il mio primo incontro con la Lituania – afferma Fuksas – fu come lo avevo sempre immaginato. Prima ho visitato Vilnius, poi sono andato a Kaunas e anche nella città portuale di Klaipėda. Come molte altre famiglie lituane dell’epoca, anche noi avevamo una piccola casetta sulla riva del Baltico. Avevo sentito tanto parlare della Lituania, di quello che si faceva, dell’ambra, dei boschi, dei laghi, per cui è sembrata da subito quasi un luogo familiare, come se avessi sempre vissuto lì”.

“Appena sarà terminata la pandemia, voglio ritornarci e realizzare un progetto, creare qualcosa per il paese delle mie origini. È la cosa che oggi desiderò più di tutto e che farò con immenso piacere”, Massimiliano Fuksas.

Potrei paragonarlo all’effetto che ti fa New York – continua l’architetto e designer – che hai visto tantissime volte nei film. Quando la vedi per la prima volta dal vivo, ti sembra di riconoscerla! Sono andato a Kaunas e ho ritrovato una vecchia fotografia con la casa natale di mio padre, sulla riva del fiume Nemunas. Nella fotografia non si vede neanche un albero, mentre oggi ce ne sono tantissimi. Ho chiesto al sindaco di Kaunas se in città vivono altri Fuksas, ma mi ha risposto di non averne trovati”.

Fuksas, autore di numerosi capolavori architettonici sparsi per il mondo, ora dice di voler realizzare un progetto anche per il paese delle proprie origini.

“Appena sarà terminata la pandemia, voglio ritornarci e realizzare un progetto, creare qualcosa per il paese delle mie origini. È la cosa che oggi desiderò più di tutto e che farò con immenso piacere. Potrebbe essere un edificio pubblico o un piccolo museo, luogo di memoria e di futuro insieme”, rivela quindi Fuksas.

L’ambasciatore lituano a Roma, Ričardas Šlepavičius, è convinto che “La riattivazione della cittadinanza avvicini ancor di più Massimiliano Fuksas alla Lituania e questo ci permette sperare che l’architetto, che nutre profondi sentimenti verso il paese baltico e un interesse dal punto di vista artistico, potrà finalmente lasciare la sua impronta anche in Lituania”.

Secondo Šlepavičius, una collaborazione con Fuksas “Sarebbe una grande opportunità per la nostra imprenditoria, per creare qualcosa insieme. Sono convinto che troveremo presto un’occasione adatta per invitare Fuksas in Lituania, sarebbe un passo simbolico: Fuksas che da cittadino lituano ritorna nel paese delle sue origini. Sono contento che un altro ‘figlio’ faccia ritorno in Lituania. Non è una questione di prestigio data dal nome, per noi ogni persona è importante, ogni singola storia è importante; e la somma di queste storie compone appunto la Storia stessa del nostro paese”.

Traduzione dal lituano di Toma Gudelytė

Per la copertina dell’articolo viene utilizzata una foto di Gianmarco Chieregato.

Straipsnis parengtas pagal Lietuvių fondo finansuojamą projektąItalijos lietuvių bendruomenės veiklos efektyvinimas, informacijos sklaida, internetinė leidyba

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