Home / ITALIANO  / Il lato lituano di Rimini: dalle strade della Lituania ai luoghi di riposo del poeta J. Baltrušaitis

Il lato lituano di Rimini: dalle strade della Lituania ai luoghi di riposo del poeta J. Baltrušaitis

Nel nord Italia, sul mar Adriatico, nella più grande area di vacanze d’Europa, possiamo trovare sia strade intitolate che luoghi associati al paese baltico. A Rimini, capitale del turismo e dell’ospitalità italiana, troviamo due strade che rimandano alla Lituania. L’elegante via Lituania a Longiano, vicino Rimini, ne è un esempio. Nella stessa Rimini, in una zona industriale tra le fabbriche e lo stadio di baseball si trova un’altra strada omonima. Nel cuore di Rimini, uno dei luoghi favoriti dal famoso regista italiano Federico Fellini, soggiornava il diplomatico e scrittore lituano Jurgis Baltrušaitis insieme all’aristocrazia europea all’inizio del XX secolo.

Aida Skorupskaitė
ITLIETUVIAI.IT

Longiano è un’elegante cittadina di 7.000 abitanti, arroccata su una collina di quasi 200 metri. Gli italiani chiamano luoghi come Longiano “borgo” e li amano per la loro autenticità, l’atmosfera rilassata e lo stile di dolce vita. Longiano divenne famoso nel Medioevo, quando i principi locali, i minacciosi Malatesta di Rimini, scelsero questo luogo per le loro vacanze estive.

Anche se la città è piccola, è conosciuta come centro culturale. Il castello di Longiano non solo è ben conservato, ma affascina ancora i viaggiatori odierni. Esso ospita spesso eventi e mostre, come la mostra del 2017 dell’artista italiana Antonietta Raphaël Mafai (29.07.1895, Kaunas – 05.09.1975, Roma).

Con l’espansione della città alla fine del XX secolo, quest’ultima non solo ha dato vita ad un’architettura piuttosto originale e signorile sulle nuove vie, ma ha anche deciso di onorare i nuovi membri dell’Unione Europea con i nomi delle vie. Così, il nome Via Lituania apparve accanto alle strade della Lettonia e della Polonia. Ognuna di queste strade ha un volto architettonico diverso. È come se gli architetti locali vedessero ogni paese come qualcosa di speciale e distinto.

Via Lituania a Rimini si contraddistingue come una via industriale. Questa sembra la continuazione dell’autostrada limitrofa che conduce verso le fabbriche.

Nel centro storico di Rimini, sul mare, troviamo tracce romantiche di lituanità. La bella località vacanziera è stata sosta per il soggiorno di molte celebrità nel corso dei secoli. Tra queste citiamo la famiglia Baltrušaitis, composta da un padre e un figlio che hanno contribuito molto alla Lituania, i rappresentanti dell’élite intellettuale della nascente cultura lituana dell’inizio del XX secolo. Jurgis Baltrušaitis (02/05/1873, Paantvardys, Jurbarko Valsčius – 03/01/1944, Parigi) è stato un famoso poeta, saggista, traduttore, diplomatico, e il  figlio Jurgis Baltrušaitis (il 07/05/1903 Mosca -25/01/1988 Parigi), uno storico dell’arte, un rinomato studioso della cultura francese medievale nonché diplomatico.

Jurgis Baltrušaitis, erudito e poliglotta,  parlava fluentemente ben 11 lingue (secondo alcuni studiosi 13 o anche 15), amava viaggiare, ed era particolarmente interessato alla cultura e alla storia italiana e dei paesi scandinavi. Durante i viaggi scriveva lettere, poesie mistiche, traduceva testi e insegnava.
La famiglia Baltrušaitis aveva iniziato a viaggiare in Italia nel 1902. Certo, prima i viaggi erano più lunghi e più lenti. Per la famiglia Baltrušaitis nessuna eccezione. Si può dire che il poeta lituano abbia vissuto costantemente in Italia dall’autunno del 1904 all’estate del 1906.

La famiglia Baltrušaitis si era trasferita in Italia con tutti i suoi membri, avevano portato con se anche il cuoco e la governante.

Loro erano partiti dal nord dove visitarono Venezia. La città sull’acqua venne descritta dal poeta-mistico come “il miracolo della realizzazione umana, il miracolo della vita”. Baltrušaitis chiamò Firenze: “la capitale intellettuale dell’Italia contemporanea” (da una lettera a Briusov, inizio giugno 1902).

I Baltrušaitis trascorsero l’estate del 1905 con il figlio di due anni Jurgis, futuro diplomatico, nella località balneare di Rimini.

J. Baltrušaitis parlava correntemente l’italiano e strinse rapidamente amicizia con scrittori, artisti e filosofi italiani popolari dell’epoca. Alcuni di loro divennero amici stretti: Giovanni Amendola, sua moglie Eva Amendola-Kühn, Giuseppe Vannicola, Giovanni Papini.

Anche la scrittrice e filosofa Eva Amendola Kühn proveniva dalla Lituania. Era nata a Vilnius (1880) in una famiglia ebrea. Lo scrittore, filosofo, frate francescano Giovanni Papini (1881 Firenze – 1956 Firenze) fu addirittura invitato a soggiornare presso la famiglia Baltrušaitis nell’hotel Villa Adriatica di Rimini.

G. Papini aveva soggiornato nella stazione balneare per un mese intero ed era stato accolto non come un ospite ma come un vero membro della famiglia. Nelle sue memorie, il poeta scrisse di lunghe passeggiate con Jurgis sulla riva al mare, di conversazioni all’ombra dei pini, del piccolo Jurgis che amava salire sulle ginocchia dello “zio” Giovanni.

J.Baltrušaitis riposava a Rimini da maggio ad ottobre 1905. Secondo sua moglie, questo periodo fu uno dei più difficili della vita del poeta in termini di esperienze personali. Trascorreva le notti traducendo G. Byron. Fumava molto, beveva tanto caffè. Durante il giorno passeggiava lungo la costa adriatica, a volte “per distrarsi andava in mare con i pescatori per tutta la notte” (dalle lettere della moglie Baltrušaitienė).

Dopo Rimini, la famiglia Baltrušaitis era partita nella Città Eterna. Dopo aver visitato Roma, procedettero verso Berlino nel maggio 1906. Dalle memorie del poeta si può notare che durante il suo soggiorno in Italia J. Baltrušaitis aveva superato “un lungo e difficilissimo tormento interiore”, aveva riacquistato la fiducia in se stesso e un senso di pace. Aveva scritto che lo spazio e l’ambiente italiano potevano guarire l’anima. Aveva continuato ad avere un approccio stoico alla vita: “che sia tutto insieme o dolce o amaro”. Rifletteva sul fatto che il muschio del nord poteva essere più bello delle rape italiane.

È interessante notare che Villa Adriatica, la preferita del famoso scrittore lituano non solo si è conservata, ma accoglie ancora oggi tanti turisti. Oggi la villa è un hotel a quattro stelle nel centro della città. Di fronte si trova il Grand Hotel, reso famoso dal film Amarcord di Federico Fellini. La casa natale del genio del cinema Federico Fellini è proprio nella vicina Via Dardanelli 10.

Traduzione dal lituano di Ieva Musteikytė

NĖRA KOMENTARŲ

SKELBTI